MATERA

 

MATERA

Un piccolo gioiello scavato nelle montagne. Il tempo sembra essersi fermato nella città di Matera, dove il paesaggio circostante non è diverso da quello di un dipinto. Carlo Levi, nel suo “Cristo si è fermato a Eboli” la descrive così: “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”.

Matera, che negli anni passati ha conquistato fotografi e registi, tra cui Henri Cartier-Bresson, Pier Paolo Pasolini e Mel Gibson, ha un fascino  unico. Una bellezza complessa che si capisce soltanto quando si gira a piedi tra i vicoli stretti del centro storico e le case scavate nel tufo. Le stratificazioni della storia e il delicato rapporto con la natura circostante ne fanno un sorprendente museo a cielo aperto.

 

Il viaggio nella Capitale Europea della Cultura 2019 non può che cominciare allora dai suoi Sassi, il cuore più antico e primitivo, dichiarati Patrimonio Unesco, insieme al Parco delle chiese rupestri, dal 1993. I due quartieri, il Sasso Barisano e il Caveoso, dominati dall’alto dalla Civita, il nucleo più antico, sono un intrico di scalinate e stradine, in cui è facile e piacevole perdersi, scoprendo grotte e chiese rupestri.
Tra queste, il complesso monastico della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci, su più livelli, affacciato sullo strapiombo della Gravina. C’è poi la Chiesa di San Pietro Barisano, la Chiesa di Santa Maria de Idris, arricchita da affreschi bizantini, e la duecentesca San Pietro Caveoso.

 

 

Il Duomo, con il campanile alto più di 50 metri, sorveglia la Civita e il “presepe” dei Sassi: la facciata sobria nulla preannuncia degli interni, sontuosi, in stile barocco. Vicino, Casa Noha, proprietà del Fai, al cui interno viene proiettato un filmato sul passato tormentato e sul riscatto di Matera. Una storia da ripercorrere anche tra i reperti del Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola” e nelle sale di Palazzo Lanfranchi, che ospita il Museo nazionale d’arte medievale e moderna e il Centro Carlo Levi.